
Dieta flexitariana
L’espressione “dieta flexitariana” è stata coniata dalla dietologa statunitense Dawn Jackson Blatner nel suo libro pubblicato nel 2009.
Tuttavia, questo approccio alimentare è divenuto popolare in seguito a diverse influenze di vari esperti di nutrizione nel corso dell’ultimo decennio.
La dieta flexitariana si basa sul consumo di alimenti di origine vegetale come cereali integrali, frutta, verdura, legumi e semi. Tuttavia, a differenza della dieta vegetariana o vegana non esclude completamente gli alimenti di originale animale, privilegiando i prodotti primari.
Il principio cardine della dieta flexitariana è dunque la flessibilità che riguarda la riduzione del consumo di alimenti di origine animale ma senza eliminarli del tutto dall’alimentazione.

La ricerca della qualità e della sostenibilità alimentare, il che si traduce nella scelta di prodotti biologici ottenuti attraverso metodi di produzione agricola che rispettino gli standard ecologici e il benessere degli animali.
Il consumo di alimenti freschi e naturali (verdura, frutta, legumi) evitando cibi ricchi di zuccheri, sale e conservanti aggiunti come gli insaccati, le merendine, snack salati e bevande zuccherate.
Il concedersi qualche pasto flessibile in cui inserire il cosiddetto “comfort food”, sempre con buonsenso come il cioccolato, una fetta di torta, una frittura di calamari o una pizza.
La dieta flexitariana è un approccio alimentare che combina elementi della dieta vegetariana con la flessibilità della dieta onnivora.
Il termine “flexitariano” è una combinazione delle parole “flessibile” e “vegetariano”.

